Sunday, March 18, 2007

House music

Ieri sera a tarda notte ascoltavo Son House, ecco il perchè del titolo. Caligola dormiva di fianco ad una copia di "Black Moses" di Isaac Hayes, e, essendo Caligola un gatto nero, non posso che complimentarmi con lui per l'arguzia. Un genio che non sa di esserlo. Ma a parte la sottile arte di vivere di Caligola, mi pareva d'uopo un'ammucchiata di considerazioni per colmare le lacune lasciate negli ultimi tempi.
Fondamentalmente periodo dominato da forte senso di insoddisfazione, in cui la misura tra realtà autentica e realtà coltivata si è allargato sempre di più. Quasi i due estremi non riescono più a vedersi. Può essere che tra qualche tempo cozzeranno la schiena dell'uno sulla schiena dell'altro. Non posso che sperarlo. Sempre che il tempo non riesca a spezzare il loro cammino semicircolare a ritroso.
Nel 2007 gli Stooges fanno un disco che sembra una candid camera e una versione vasectomizzata di Fuzztones e Morlocks (gli Horrors) è una novità cool. Nel 2007 Mani Pulite sembra un processo della santa inquisizione spagnola e Gherardo Colombo molla il mazzo perchè è deluso (ed è un uomo di sessant'anni che ne ha viste di cose...).
Ho trent'anni (quasi trentadue) e ho passato da almeno 5 anni il fatto di correre in parallelo con "l'età della novità". A diciott'anni vedi i gli idoli che ne hanno 25, quando hai 25 anni coi tuoi idoli passeggi a braccetto, e a trent'anni vedi le nuove generazioni di idoli con i loro difetti e con un po' d'invidia. That's it.
Dall'altra parte la rete, che ormai è diventata (e non poteva essere altrimenti) l'unica forma di autoinformazione per chi l'informazione se la cerca, sta assumendo sempre di più i connotati di una enorme clusterizzazione di pensieri, così come lo sono i media tradizionali. Mai come in questo periodo sono stati così forti gli "schieramenti" (pur mantenendo le sottoidentità), le similitudini tra i vari siti. Così come l'autopromozione del singolo all'interno di uno schieramento, vedi il myspace che ormai tutti abbiamo. E ancora più terribile è il senso di competizione che si alimenta. Tutto è public domanin, volendo (e credetemi ne conosco tanti di pervertiti di questo tipo) è possibile seguire la vita e le vicende di un singolo (intendiamoci, ben disposto a rendere pubblici i cazzi propri, per non meglio precisati bisogni) per applicare una strategia e batterlo sul tempo in termini di freschezza e novità. Morale della favola, i "territori franchi" di una volta (anche solo 10 anni fa) sono ormai fitta boscaglia piena di cecchini, e sempre più ardua diventa la condivisione delle esperienze. Dall'altro lato invece emerge prepotente il disagio, ed emerge esondando in una miriade di blogs e affini, sempre maggiori in numero e sempre più esili in contenuti. Sembra che ormai la popolazione della rete sia composta da veri o presunti borderline, vampiri umani che cercano occhi riposati per far leggere loro paturnie in quantità illimitate.
L'inflazione stessa delle informazioni è un problema serio, è sempre più difficile trovare qualcosa senza incappare in siti che tentano di vendere materiale lascamente correlato.
Quanto di bello e di aggregante fu concepito in principio, ora mi sembra misguidato e patetico.
Ma il progresso non si arresta, e basta uscire di casa per rendersene conto, quindi tanto vale giocare la propria carta. Solo diventa sempre più difficile estrarre un asso, e sprecare l'ennesima illusione contro un avversario girato di spalle. La summer of love (simulacro di una realtà non vissuta per molti di noi), diciamolo, non è servita a un cazzo, le illusioni cadono come mosche d'inverno.
Vero?
(fab)

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