Thursday, March 29, 2007

FIGHT!

Riemergo dalla sabbia dopo un degno weekend, adoperandomi per crearne un altro all'altezza.
Le novità qui sono sotto una lampada stroboscopica, le vedi e spariscono, muovendosi a scatti, ma per lo meno ci sono. C'è, nel periodo di buio, un'amarezza personale (in compagnia dell'amarezza di persone care), mentre nel periodo di luce splendono scintillanti le idee... se aumentasse la frequenza della strobo la retina non percepirebbe più i momenti di buio, e percepirebbe solo fluidi movimenti di idee. Visto che segone elettroesistenziale?
Vabeh, da scienziato (!?!?!) quale sono non posso esimermi da considerazioni di questo tipo... e ovviamente se qualcuno legge è libero di mandarmi a dar via il culo. Ovviamente calcolandone le conseguenze.
Il weekend dicevo... l'evento è stato questo Primavera Beat, che si è rivelata una manifestazione ben riuscita e 100% focalizzata sullo spirito originario. La provincia ha risposto (e credetemi, questa è da segnare negli annali). In provincia comincia a stringersi il cerchio attorno a chi ha determinati interessi, e una serie di considerazioni hanno iniziato a tarlarmi... sembra che costruirsi una realtà "parallela" fatta di consapevole appartenenza ad uno scenario immaginario sia un'ottima via di fuga. Lo scenario del Primavera Beat si muove nel passato, e nel passato raduna persone di aree di interesse diverso, ma con una percentuale di attinenza sovrapponibile. L'età anch'essa spazia dai 25 ai 50, con una leggerezza invidiabile, e, soprattutto, con una media positiva di interesse e profondità nella materia.
E' arrivato il mio collega, devo staccare. Continuo dopo (forse)
(fab)

Saturday, March 24, 2007

Retrophobic Outfitters


James Lowe degli Electric Prunes veste Retrophobic.

Sunday, March 18, 2007

House music

Ieri sera a tarda notte ascoltavo Son House, ecco il perchè del titolo. Caligola dormiva di fianco ad una copia di "Black Moses" di Isaac Hayes, e, essendo Caligola un gatto nero, non posso che complimentarmi con lui per l'arguzia. Un genio che non sa di esserlo. Ma a parte la sottile arte di vivere di Caligola, mi pareva d'uopo un'ammucchiata di considerazioni per colmare le lacune lasciate negli ultimi tempi.
Fondamentalmente periodo dominato da forte senso di insoddisfazione, in cui la misura tra realtà autentica e realtà coltivata si è allargato sempre di più. Quasi i due estremi non riescono più a vedersi. Può essere che tra qualche tempo cozzeranno la schiena dell'uno sulla schiena dell'altro. Non posso che sperarlo. Sempre che il tempo non riesca a spezzare il loro cammino semicircolare a ritroso.
Nel 2007 gli Stooges fanno un disco che sembra una candid camera e una versione vasectomizzata di Fuzztones e Morlocks (gli Horrors) è una novità cool. Nel 2007 Mani Pulite sembra un processo della santa inquisizione spagnola e Gherardo Colombo molla il mazzo perchè è deluso (ed è un uomo di sessant'anni che ne ha viste di cose...).
Ho trent'anni (quasi trentadue) e ho passato da almeno 5 anni il fatto di correre in parallelo con "l'età della novità". A diciott'anni vedi i gli idoli che ne hanno 25, quando hai 25 anni coi tuoi idoli passeggi a braccetto, e a trent'anni vedi le nuove generazioni di idoli con i loro difetti e con un po' d'invidia. That's it.
Dall'altra parte la rete, che ormai è diventata (e non poteva essere altrimenti) l'unica forma di autoinformazione per chi l'informazione se la cerca, sta assumendo sempre di più i connotati di una enorme clusterizzazione di pensieri, così come lo sono i media tradizionali. Mai come in questo periodo sono stati così forti gli "schieramenti" (pur mantenendo le sottoidentità), le similitudini tra i vari siti. Così come l'autopromozione del singolo all'interno di uno schieramento, vedi il myspace che ormai tutti abbiamo. E ancora più terribile è il senso di competizione che si alimenta. Tutto è public domanin, volendo (e credetemi ne conosco tanti di pervertiti di questo tipo) è possibile seguire la vita e le vicende di un singolo (intendiamoci, ben disposto a rendere pubblici i cazzi propri, per non meglio precisati bisogni) per applicare una strategia e batterlo sul tempo in termini di freschezza e novità. Morale della favola, i "territori franchi" di una volta (anche solo 10 anni fa) sono ormai fitta boscaglia piena di cecchini, e sempre più ardua diventa la condivisione delle esperienze. Dall'altro lato invece emerge prepotente il disagio, ed emerge esondando in una miriade di blogs e affini, sempre maggiori in numero e sempre più esili in contenuti. Sembra che ormai la popolazione della rete sia composta da veri o presunti borderline, vampiri umani che cercano occhi riposati per far leggere loro paturnie in quantità illimitate.
L'inflazione stessa delle informazioni è un problema serio, è sempre più difficile trovare qualcosa senza incappare in siti che tentano di vendere materiale lascamente correlato.
Quanto di bello e di aggregante fu concepito in principio, ora mi sembra misguidato e patetico.
Ma il progresso non si arresta, e basta uscire di casa per rendersene conto, quindi tanto vale giocare la propria carta. Solo diventa sempre più difficile estrarre un asso, e sprecare l'ennesima illusione contro un avversario girato di spalle. La summer of love (simulacro di una realtà non vissuta per molti di noi), diciamolo, non è servita a un cazzo, le illusioni cadono come mosche d'inverno.
Vero?
(fab)

Friday, March 16, 2007

Ma qualcuno che mi dia una bella notizia, cazzo?

Friday, February 09, 2007

The sound of confusion...

Stanotte alle ore mezzanotte e 24 mi sono svegliato per cercare tra i miei dischi i "Complete Works Vol. 1" degli Spiritualized. Quasi come un ordine. E non è che me ne fregasse più di tanto... solo che l'interrupt di ricerca disco mi ha fatto scattare come una molla a cercare nello scaffale. Indipendentemente dall'interesse x la cosa. Ad istruzione corrisponde azione e io sto diventando un fottuto robot che non riesce più a smettere di elaborare logicamente sequenze di cose da fare. Non importa l'ora, il contesto o chissà cos'altro, ormai sono il cane di Pavlov del post precedente.
Ieri ho cambiato le corde dell'acustica, che la Danelectro era già a posto, solo per fare qualcosa di "umanistico", e probabilmente con il prossimo stipendio mi comprerò un amplificatore Orange Crush 30R, che non suonerò per mancanza di tempo ma che comunque mi farà aderire a qualcosa di analogico, polveroso anche non valvolare. Almeno non ha fottuta elettronica digitale dentro, è un semiconduttore "gentiluomo" come lo sono i transistor. Se l'Orange non c'è mi compro l'Hiwatt da 40. Per lo stesso motivo. Lavoro per questo, per mettere via qualche soldo e per sputtanarne qualcun altro. E per cercare di non entrare nella matrice. E forse questo tipo di consumismo è un po' un incentivo ad andare avanti e non andare in vacca. Terribile vero? Sarebbe ancora più terribile se manco ci fosse quello. E l'uomo-topo da laboratorio, categoria della quale faccio fieramente parte, resiste ai veleni dello stress adattandosi a riceverne sempre dosaggi maggiori, senza stramazzare, viaggiando in perenne stato allucinatorio. Chi ha un pacco di soldi dice che non contano al fine di raggiungere la felicità. Forse è vero, ma con un pacco di soldi, quelli che ti rompono i coglioni li sfanculi e sali un altro gradino verso la felicità, questa è la mia verità. Poi chi ha un pacco di soldi può anche fare il poveraccio, quindi un grado di libertà in più. Vedansi le strade di città per esempi e didascalie. E in verità la mia pausa pranzo rosicata sta per scadere, e io in questo post ho scritto solo cose spesse e viscose. Però un po' ho buttato fuori, e questo va bene.
In questo periodo poca musica, ma tra gli altri:
- Spacemen 3 "The perfect prescription"
- Primal Scream "Riot City Blues"
- Andromeda (tutta la discog su 2CD)
- Led Zeppelin II e Houses Of The Holy
Credo sia abbastanza x oggi.
(fab)

Thursday, January 18, 2007

now you can upload up to 300 pictures

La latitanza sembra essere stata il leit motiv di questo ultimo periodo sul blog. La serotonina è sostanzialmente la causa della latitanza... è sempre una questione di causa/effetto e di comportamenti a cascata. L'ultimo periodo non è stato particolarmente facile, e le condizioni poste in essere non rendono troppo semplice nemmeno l'immediato. Qui il tempo passa, e certe cose perdono valore. La mia scala di priorità si modifica, sarà fisiologico ma molti miei pensieri hanno cambiato regola e tempo di applicazione. Spesso cose futili che in precedenza saltavano all'inizio della fila ora prendono il loro bigliettino e aspettano con pazienza il loro turno. Non è stato un restyling studiato, è stato molto naturale e necessario per mettere ordine nel mio mondo. Non sto diventando "come tutti gli altri", sto solo valutando quante cazzate si possano fare/pensare per rimanere "diversi da tutti gli altri". Che poi se vogliamo è la negazione dell'appartenenza ad una categoria per cascare biecamente in un'altra altrettanto standardizzata. E continua forsennata (e anche un po' fiaccata nelle speranze) la ricerca della terra di mezzo, soprattutto attraverso esempi viventi e pensanti. A dire la verità ne ho trovati almeno tre, e me li tengo stretti, sperando nel loro approdo felice e non in un banale naufragio. Provo un forte senso di disagio verso le situazioni "di facciata", i paesi di cartone da film del Far West girati in Italia, e generalmente (anche rendendomi conto di poter risultare antipatico) cerco di demolire a suon di domande concrete cose che stanno in piedi su fondamenta di balsa. Se da un lato la cosa allontana alcune persone, dall'altro rafforza la vicinanza con chi ha idee assimilabili. E mi sembra quasi che l'unico modo per continuare a credere in certe cose sia perseguirle di fatto, come un solitario ciclista in allungo, o insieme ad uno sparuto gruppo "in fuga", senza mai guardare dietro al tornante dove una massa chiassosa di inseguitori probabilmente si fermerà a prendere birra e panino al prossimo bar di paese. Altra cosa che mi turba è la serialità delle cose, il come il principio di induzione possa influenzare stili e abitudini secondo il principio del cane di Pavlov, buttando in loop facce, discorsi, luoghi. Click, seduto, crocchetta, bravo. Accontentarsi, mi è stato insegnato, è una virtù, ma entra in gioco quando è una serena decisione o una necessità, non una scelta inconscia. Se da una parte i "fermenti lattici" della vita sono stati debellati dagli eventi, non c'è nessuno che si propone come integratore, con nuove idee, ossigeno. Che io sappia, non esiste ricambio generazionale. E dire che gli aspetti della vita da scandagliare sono tanti, e distribuiti lungo le età, dai 15 ai 70 anni, e il dialogo può non essere a senso unico. Ma nell'era della comunicazione, per parafrasare un illustre, nessuno ha più un cazzo da dire...
(fab)

Saturday, November 04, 2006

Utensileria...


Se farsi seghe mentali è una necessità, myspace è la migliore delle falegnamerie.
E' tutto.
Son tempi duri.
(fab)