Thursday, January 18, 2007

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La latitanza sembra essere stata il leit motiv di questo ultimo periodo sul blog. La serotonina è sostanzialmente la causa della latitanza... è sempre una questione di causa/effetto e di comportamenti a cascata. L'ultimo periodo non è stato particolarmente facile, e le condizioni poste in essere non rendono troppo semplice nemmeno l'immediato. Qui il tempo passa, e certe cose perdono valore. La mia scala di priorità si modifica, sarà fisiologico ma molti miei pensieri hanno cambiato regola e tempo di applicazione. Spesso cose futili che in precedenza saltavano all'inizio della fila ora prendono il loro bigliettino e aspettano con pazienza il loro turno. Non è stato un restyling studiato, è stato molto naturale e necessario per mettere ordine nel mio mondo. Non sto diventando "come tutti gli altri", sto solo valutando quante cazzate si possano fare/pensare per rimanere "diversi da tutti gli altri". Che poi se vogliamo è la negazione dell'appartenenza ad una categoria per cascare biecamente in un'altra altrettanto standardizzata. E continua forsennata (e anche un po' fiaccata nelle speranze) la ricerca della terra di mezzo, soprattutto attraverso esempi viventi e pensanti. A dire la verità ne ho trovati almeno tre, e me li tengo stretti, sperando nel loro approdo felice e non in un banale naufragio. Provo un forte senso di disagio verso le situazioni "di facciata", i paesi di cartone da film del Far West girati in Italia, e generalmente (anche rendendomi conto di poter risultare antipatico) cerco di demolire a suon di domande concrete cose che stanno in piedi su fondamenta di balsa. Se da un lato la cosa allontana alcune persone, dall'altro rafforza la vicinanza con chi ha idee assimilabili. E mi sembra quasi che l'unico modo per continuare a credere in certe cose sia perseguirle di fatto, come un solitario ciclista in allungo, o insieme ad uno sparuto gruppo "in fuga", senza mai guardare dietro al tornante dove una massa chiassosa di inseguitori probabilmente si fermerà a prendere birra e panino al prossimo bar di paese. Altra cosa che mi turba è la serialità delle cose, il come il principio di induzione possa influenzare stili e abitudini secondo il principio del cane di Pavlov, buttando in loop facce, discorsi, luoghi. Click, seduto, crocchetta, bravo. Accontentarsi, mi è stato insegnato, è una virtù, ma entra in gioco quando è una serena decisione o una necessità, non una scelta inconscia. Se da una parte i "fermenti lattici" della vita sono stati debellati dagli eventi, non c'è nessuno che si propone come integratore, con nuove idee, ossigeno. Che io sappia, non esiste ricambio generazionale. E dire che gli aspetti della vita da scandagliare sono tanti, e distribuiti lungo le età, dai 15 ai 70 anni, e il dialogo può non essere a senso unico. Ma nell'era della comunicazione, per parafrasare un illustre, nessuno ha più un cazzo da dire...
(fab)

3 comments:

Anonymous said...

Sono parole che sottoscrivo e vorrei svilupparle in un dialogo quanto prima. Hang on, Fab!
S.

pibio said...

brutti spammer!
ma che roba vendono, l'aldactone?
lo do ai miei pazienti ipertesi, l'aldactone...
ma robe da matti...

Anonymous said...

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